Fondamenti di Project Management
Il project management ci aiuta a gestire in modo strutturato ed organizzato tutte le attività che riguardano la realizzazione di un progetto. Un progetto è
Il colloquio di lavoro è il punto cardine per il processo di selezione del personale. Solitamente i recruiter fanno un primo colloquio conoscitivo e, se ritenuti idonei, il vostro percorso di selezione continuerà con un ulteriore colloquio tecnico. In ogni azienda l’iter è diverso: ci sono realtà che prediligono incontri singoli e altre che adottano la strategia della chiacchierata di gruppo insieme ad altri candidati, quest’ultima ha l’obiettivo di valutare le vostre capacità comunicative e relazioni. Oggi, al fine di ridurre le possibilità di fare errori e di aumentare le vostre chance per una futura assunzione, vedremo alcuni errori da non fare al colloquio di lavoro.
Può sembrare scontato, ma capita più spesso di quanto si possa pensare. Ci sono candidati che, fissato l’appuntamento, per un qualche motivo non si presentano. Questa è una grande mancanza di rispetto nei confronti dell’agenzia o dell’azienda perché ci ha dedicato una parte del suo tempo. Quando vi viene fissato un colloquio cercate di comunicare un momento in cui siete liberi dagli impegni e, se colti da un imprevisto, avvisate il prima possibile.
La puntualità è un sinonimo di professionalità ed è una delle prime regole che bisogna rispettare. Occorre essere puntuali e arrivare con 10 minuti d’anticipo, non di più per non favorire la sensazione di essere senza impegni e disperati come “l’ultimo che veniva scelto per fare un lavoro di gruppo”; non di meno per evitare di dover fare le corse. Ricordati che sia il vostro tempo che quello del selezionatore hanno un valore.
Per fare una buona impressione è sempre consigliato vestirsi in maniera sobria e formale: una camicia oppure una polo e un pantalone lungo evitando di scegliere colori sgargianti e vestiti troppo appariscenti. Scontata è anche l’igiene personale: lavati, profumati con barba e capelli in ordine.
Un caloroso consiglio per tutti i giovani: non fatevi accompagnare ad un colloquio dalla mamma! Dovete crescere e maturare per essere pronti ad affrontare le sfide della vita. Il primo colloquio lavorativo è una di queste e portarvi “la scorta” non farà altro che farvi vedere immaturi, insicuri e con poca autostima, caratteristiche non compatibili con il mondo del lavoro che vi faranno irrimediabilmente perdere ogni possibilità.
Ricordatevi che dovete cercare di fare una buona impressione e che, all’interno di un’azienda, tutti parlano con tutti. Quindi ricordatevi le buone maniere: l’educazione e la gentilezza, sia con il selezionatore che con il restante personale dell’azienda, inclusa la segretaria che vi accoglierà. Date sempre del lei e, a scanso di equivoci, aggiungete un bel “Dottor” oppure “Dottoressa” davanti al nome della persona che dovrà incontrarvi: “Buongiorno, avrei un appuntamento alle 10:30 con il Dottor Riggi”. Durante l’intervista non interrompete la persona che vi sta davanti, è sintomo di maleducazione. La stessa cosa vale con chewing-gum: masticarlo mentre qualcuno vi parla è poco professionale e denota una mancanza di rispetto, evitate di portarlo con voi.
Si dice che “Un gesto valga più di mille parole” e la stretta di mano, una delle più antiche forme di saluto esistenti, può far capire molto della persona che ci troviamo davanti. Possiamo considerare la stretta di mano come una sorta di biglietto da visita che potrà essere decisiva per il proseguimento del processo di selezione. Una “signora stretta di mano” deve essere decisa, ma non troppo forte e aggressiva, ponderata alla corporatura dell’altra persona; deve prendere simmetricamente tutta la mano dell’altro interlocutore; deve durare circa tre o quattro secondi ed essere accompagnata da un contatto visivo e possibilmente un sorriso. Vi condivido inoltre questo articolo interessante sulla “Psicologia della stretta di mano”
Questa è una regola fondamentale: dovete sempre portare una copia cartacea del vostro curriculum da consegnare al selezionatore. Grazie a questo vostro “biglietto da visita” il recruiter potrà farvi tutte le domande che riterrà opportune e fare una valutazione della vostra figura professionale. Senza un vostro riassunto questo è praticamente impossibile e, oltre ad essere sintomo di poca professionalità e serietà, preclude il vostro percorso di selezione.
Questa è una cosa scontata, ma è sempre meglio ribadirla: in sede di colloquio è caldamente consigliato mettere lo smartphone in modalità silenziosa, togliendo anche la vibrazione.
Care persone timide ed introverse, questa per voi sarà una grande sfida, ma dovete ad ogni costo uscire dalla zona di comfort. Sostenere lo sguardo dell’interlocutore è fondamentale per dare l’impressione di una persona sicura di sé. Un contatto visivo trasmette anche fiducia e affidabilità.
Ricordatevi anche di tenere in considerazione la comunicazione non verbale, una modalità di trasmissione di informazioni tramite gesti e movimenti del nostro corpo che lavorano in maniera indipendente rispetto al nostro parlato. Vi consiglio di dare un’occhiata a questo mondo, non prendendolo però per oro colato, ma come un modo per comprendere maggiormente chi vi sta davanti. In certe occasioni tuttavia non è sempre affidabile attenersi a queste decodifiche. In linea di massima una persona che incrocia le braccia vuole comunicare una chiusura, chi si dondola sulla sedia, muove continuamente oppure fa tremare una gamba comunica ansia e stress, toccarsi il viso e sistemarsi continuamente i capelli è un senso di insicurezza, farsi vedere arrabbiati comunica frustrazione, sbadigliare davanti a qualcuno è sinonimo di disinteresse. Questi sono alcuni spunti, non sempre attendibili al 100%, io ho l’abitudine di far saltellare sempre la gamba destra, anche quando sono seduto su qualche panchina sperduto tra i monti a leggere un libro, questo è solamente un esempio per farvi capire che questi eventi devono comunque essere legati ad un contesto specifico.
La domanda “Cosa conosce della nostra azienda?” è molto ricorrente nei colloqui di lavoro, rispondere in maniera abbastanza dettagliata, evitando di inventare, può sicuramente mettervi in buona luce davanti al selezionatore. Vi consiglio di studiarvi un minimo di storia e valori dell’azienda, il ruolo della figura professionale ricercata e, se possibile, anche fare una piccola ricerca di chi vi troverete davanti: questo può aiutarvi a trovare un argomento di discussione comune e generare empatia.
Questa è una delle primissime domande, quasi una certezza. Il selezionatore vuole sapere la storia professionale di chi si trova davanti. Preparati in anticipo un discorso che riassuma al meglio la tua carriera professionale mettendo in luce i tuoi punti di forza e le caratteristiche che possono essere ben viste per ricoprire l’incarico. Ricordate inoltre di essere coinvolgente mentre parli e dimostra entusiasmo: chiunque preferirebbe lavorare con una persona energica ed ottimista rispetto al classico arrabbiato e deluso dalla vita.
Levatevi dalla testa l’idea di inventare una o più esperienze lavorative, di gonfiare le vostre competenze oppure falsificare un titolo di studio. Chi vi intervista è allenato e ben capace ad identificare eventuali menzogne. Inoltre una chiamata al vecchio datore di lavoro oppure alla scuola per fare una verifica costa poco. Un errore di questo tipo può precludere l’assunzione. Dimostratevi onesti, sinceri ed umili ammettendo i vostri limiti e le vostre debolezze.
Tralasciando il remoto rischio di essere denunciati per diffamazione, parlar male del vecchio datore di lavoro non vi farà mettere in buona luce con il nuovo perché prima o poi potreste dire la stessa cosa di lui ad un’altra azienda. Rimani neutrale, oppure ancora meglio, cita degli episodi positivi avvenuti con lui nel corso della tua carriera. Il rispetto per i colleghi e i superiori è fondamentale.
Hai fatto un’ottima impressione al recruiter ed hai anche superato il colloquio tecnico. Il tuo futuro datore di lavoro, non avendo avuto ancora l’occasione di conoscerti decide di cercarti sui social per vedere che faccia hai e trova l’immagine del profilo di Facebook con te ubriaco e seminudo in spiaggia, l’immagine di copertina mentre guidi la macchina con una bottiglia di birra in mano e gli ultimi post condivisi sono a sfondo razziale, contro l’immigrazione e l’omofobia. Mettiti nei panni di un datore di lavoro, vorresti mai avere un collaboratore così che rappresenta la tua azienda? Nel 2021 il mondo reale e quello digitale vanno di pari passo, di conseguenza devi curare e stare attento a quello che scrivi sui social e su internet. Non sono poche le persone che hanno visto sfumare un’assunzione oppure hanno perso il lavoro per colpa di qualche post offensivo e lesivo nei confronti del datore di lavoro.
Dovete lavorare per passione, o almeno dare l’idea. Specialmente nel primo colloquio evitate di parlare di retribuzione, ferie e benefits, concentratevi su altro. In un successivo incontro potrete iniziare a pensare a queste cose, ancora meglio se è il recruiter stesso ad introdurre il discorso. Voi potete documentarvi per farvi un’idea del valore di mercato della vostra figura professionale così da poter contrattare.
Questi sono alcuni degli errori, molti scontati, che dovete cercare di evitare per aumentare le vostre possibilità di successo per una futura assunzione. Ricordatevi che non è solamente il recruiter a scegliere una nuova figura professionale, ma siete voi stessi che potrete capire se l’azienda per la quale vi state candidando può essere adatta a voi. Al momento giusto sentiti libero di chiedere al selezionatore quello che ritieni più opportuno. Educazione, professionalità, rispetto ed onestà vincono sempre, buona fortuna!
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